Montefalco, più precisamente Cantinone. Azienda dal nome un
po’ bizzarro ma per un suo motivo.
E’ una delle più antiche aziende del territorio di
Montefalco. Il nome Scacciadiavoli si fa risalire a un episodio d’esorcismo del
secolo XVII, riportato da Johannes de Rupescissa nel Trattato sulla
Quintessenza. La vicenda narra di una giovane posseduta dal diavolo, alla quale
l’esorcista fece bere del vino rosso locale, riuscendo in questo modo a
scacciare il demonio. L’evento ha dato il nome al borgo, ancora esistente,
chiamato appunto Scacciadiavoli.
Alla fine del XIX secolo, il principe Ugo Boncompagni fece
costruire la cantina e decise di chiamarla Scacciadiavoli. Rimase di proprietà
del Principe fino al 1954 quando venne acquistata da Amilcare Panbuffetti.
Ancora oggi è di proprietà della famiglia Panbuffetti e siamo alla quarta
generazione.
Vino a base Sangiovese 60% Merlot 25% e Sagrantino 15%. Dopo
una fermentazione in acciaio viene elevato in barrique di secondo passaggio ed
in tini grandi di rovere per un anno. Poi 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Alla vista si presenta limpido e trasparente, di colore rosso rubino intenso.
Muovendo la massa sul calice noto che ha una buona consistenza ma un grado
alcolico ed elevato dal momento che le lacrime scendono fitte e lentamente ma
irregolari.
Al naso non presenta difetti. È intenso, di una buona
complessità e fine di qualità. I riconoscimenti che si percepiscono sono frutta
rossa come more lamponi, fiori come rosa canina o viola, per poi andare su una
speziatura di cuoio e chiodi di garofano e chiudere con una nota tostata di
caffè.
In bocca si presenza secco, caldo, abbastanza morbido.
Fresco tannico e sapido. Entra in bocca e si percepisce cubito l’alcol che
invade tutta la bocca ed arriva a centro lingua coprendo anche la morbidezza.
Dopodichè arriva il tannino che pulisce via tutto ed attacca sia palato che
gengive: è un tannino ancora verde e non molto integrato al resto del liquido.
È un prodotto di corpo, abbastanza equilibrato con una
tendenza alle parti dure con a capo il tannino. Intenso al gusto, persistente
ma comunque fine di qualità.
È pronto alla beva con margini di miglioramento dovuti
soprattutto all’ammorbidimento del tannino co gli anni. L’armonia delle tre
degustazioni non è ottima.
Si può servire su calici con una svasatura mediaad una
temperatura di 16-18° e si abbina ad un primo con un sugo di lunga cottura,
magari di selvaggina: Tagliatelle al ragù di cinghiale ma senza pomodoro, per
non aumentare il sentore di acidità.
Il prezzo si aggira intorno ai 12 euro. Prezzo nella media
per essere un Rosso di Montefalco.
Voto 3 stelle su 5
Alla prossima etichetta
14-01-2016